Parlare di Romania e finire a discutere di Transilvania,
Carpazi e Dracula e' spesso una conseguenza diretta. Sicuramente
perche' questa nazione e' vista come una terra lontana e sappiamo
poco della sua storia, a causa anche dei lunghi anni di isolamento
oltre cortina e al regime che ha mantenuto chiusi i suoi confini
fino a un decennio fa. Se il nome di Dracula deve essere lo spunto
per far nascere la curiosita' di conoscere queste regioni ben venga,
quello che hanno da offrire va ben oltre la leggenda di Vlad Tepes,
piu' noto come 'Dracłl' (in romeno 'impalatore', in futuro scopriremo
perche'), eroe nazionale ai tempi dell'invasione Turca.
Proprio la posizione geografica ha da sempre fatto della Romania
e della Transilvania in particolare, terra aspra e montuosa, una
'barriera' fra occidente e oriente, teatro di scorrerie e invasioni
da est. Per questo qui come in nessun altro paese troveremo parrocchiali
fortificate, villaggi dotati di 'fortezze contadine' e monasteri
arroccati. Un discorso a parte lo meritano le tante chiese in legno
che niente hanno da invidiare alle strapubblicizzate Stavkirchen
norvegesi, anzi spesso hanno quel 'qualcosa' in piu' dovuto all'influenza
dell'arte ortodossa e dalla particolare, se mi passate il termine,
'tristezza' dei luoghi ove sorgono.
Premesso che in questa occasione non parleremo
del Castello di Bran, unico ad essere conosciuto per essere stato
una delle residenze di Vlad, addentriamoci nel mondo delle '
Fortezze
Contadine Sassoni'. Nel 12° secolo giunsero dalla Sassonia nel
cuore della Transilvania molti Tedeschi, invitati dai Re Ungheresi
(che dal 1000 al 1918 comandarono queste terre) attirati dalla bellezza
della zona e dal forte potenziale commerciale ed economico derivato
dal controllo che da qui poteva essere esercitato lungo le importanti
vie di comunicazione fra ovest ed est.
Dopo la colonizzazione, per difendere quello che era il confine
del regno, tutti gli insediamenti furono fortificati con opere erette
dagli stessi contadini per far fronte alla costante minaccia di
attacchi delle tribu' nomadi, fra le quali piu' temuti erano i Tartari.
Tutti i villaggi o cittadine del sud-est della Transilvania sono
ancora oggi dominate dalle torri e le mura di queste fortezze, alcune
suggestivamente in rovina a corona di qualche rilievo ma molte ancora
intatte nel cuore dell'abitato. I '
Sasi' (cosi' erano
chiamati i Tedeschi di Romania) erano Luterani e per questo anche
le chiese, centri sociali e spirituali delle comunita', furono fortificate,
spesso cinte da mura.
L'area coperta dalla colonizzazione germanica corrisponde alle moderne
regioni di Sibiu, Brasov, parte di Alba, Mures e Bistrita-Nasaud
(quest'ultima un po' staccata dalle altre), consultate la mappa
cliccando
qui. Con il crollo del regime di Ceausescu molti Sasi sono tornati
in Germania e alcuni villaggi sono ormai deserti, ma questo non
fa altro che aggiungere fascino a questi luoghi, lontani anni luce
dal nostro mondo. Chiaramente il turista che intende visitare questa
zona a nord di Bucarest deve avere un forte spirito di avventura,
fuori dai grandi centri non e' facile trovare alloggio e vitto adeguato,
anche se le cose stanno per fortuna velocemente migliorando.